
Il Codice di Pietramorta
Trama:
Nel piccolo borgo di Pietramorta, tra le colline toscane, viveva un uomo chiamato Anselmo. Si diceva fosse un abile restauratore, capace di riportare alla luce affreschi dimenticati e ridare splendore alle opere rovinate dal tempo. Almeno, questo era quello che raccontava lui.
Quando il consiglio cittadino lo assunse per il delicato restauro della pala d'altare della Chiesa di San Giacomo, la comunità intera attese con trepidazione il ritorno di quell'antico capolavoro. I mesi passarono, e Anselmo lavorava a porte chiuse, senza mai permettere a nessuno di sbirciare il progresso del suo operato. "L'arte ha bisogno del suo tempo", diceva con un sorriso enigmatico.
Ma quando finalmente svelò il risultato del suo lavoro, il paese trattenne il fiato. La pala d'altare, un tempo maestosa, era irriconoscibile. I colori erano stesi in modo caotico, le figure sfigurate da pennellate insensate. L'arcangelo Michele sembrava più un contadino con un forcone che un guerriero celeste, mentre la Vergine aveva perso ogni grazia, il suo sguardo trasformato in un'espressione vacua e perplessa.
"Questo... non è restauro. Questo è un disastro!" esclamò il parroco, sbiancando.
Anselmo, per nulla turbato, si strinse nelle spalle. "L'arte è interpretazione", rispose. Poi, senza dare spiegazioni, raccolse i suoi strumenti e sparì dalla città, lasciando dietro di sé un'opera devastata e una comunità sgomenta.
Si racconta che abbia cercato altri lavori in cittadine vicine, ma ogni volta che qualcuno chiedeva referenze, il nome di Pietramorta spuntava fuori come un'ombra minacciosa. Così, Anselmo scomparve, forse alla ricerca di un luogo dove la sua incompetenza potesse ancora passare per talento.
Eppure, qualcosa non tornava. Un giorno, un giovane studioso d'arte notò un dettaglio inquietante. Sotto le pennellate sgraziate, si celavano antichi simboli, messaggi nascosti nei colori sfumati e nei tratti deformi. Cifre, lettere, forse persino una mappa.
Più studiosi iniziarono ad analizzare la pala, ma ogni tentativo di decifrarla portava a nuove incongruenze. Ogni tentativo di ripristinare l’opera originale sembrava generare ulteriori distorsioni, come se il danno si replicasse, espandendosi da solo. Ogni tratto di pennello sembrava lasciare un’eco, una cicatrice impossibile da cancellare del tutto.
Qualcuno cominciò a chiedersi se Anselmo fosse davvero solo un incapace... o se, sotto la maschera di incompetenza, avesse portato avanti un piano ben preciso. Forse aveva lasciato un’impronta indelebile, un codice impossibile da rimuovere, un segno del suo passaggio che avrebbe infestato quell’opera per sempre. Ma ormai era svanito, e il mistero della pala d'altare rimase insoluto. Forse per sempre.
Recensione:


Autore: Number0 Sh
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